Passa ai contenuti principali

MAGARI DOMANI RESTO, Lorenzo Marone



La mia lettura

"Stop".
E lo stomaco mi si aggroviglia. 
Ops.
Il fatto è che ora voi vorrete sapere come e perché si è aggrovigliato il suddetto organo, e dovrò essere io a spiegarvelo. E l'unico modo per farlo è cercare con pazienza di sgrovigliarlo.
Allora abbiate anche voi un po' di pazienza, lettori: dissolvenza cinematografica, e cominciamo a sfogliare questo libro partendo dall'inizio.
Siamo a Napoli, Quartieri Spagnoli. Io vivo qui. Il mio nome è Luce. E sono donna.
Ecco, Luce Di Notte (come ci piacciono i nomi-pasticcio di Lorenzo Marone) è esattamente il tipo di creatura che non ha bisogno di qualcuno che parli per lei, che a presentarsi è capacissima benissimo da sola, uno spirito senza paura, ecco cos'è, una di quelle meraviglie che puoi ammirare solo di lontano, ché tanto non si lasciano catturare, insomma una "femmena" del sud.
Ma, la DreamWorks insegna (beh per lo meno a chi come me piace ancora imparare dai cartoni), "chi è tosto tosto capisce", e nasconde, e soffre, di solito in silenzio. 
Le mute pareti di tufo della casa degli gnomi di nonna Giuseppina, quel fratello lontano, un lavoro che finirebbe per fare di lei la donna che non è che non vorrebbe mai essere, tutto, in quella Napoli dei Quartieri tra i cui i vicoli si è fatta le ossa, sembra sussurrare a Luce quelle suadenti parole, "vattenne di qua", non c'è niente per te. E invece, come una ventata d'aria nuova, uno a uno, degli strambi personaggi irromperanno nella sua vita, a rivoltargliela senza neanche tanti riguardi, e la costringeranno ad ammettere che dopotutto qualcosa per cui scegliere di restare c'è.
È una verità semplice e spaventosa quella che Luce scopre, in quell'attimo di paura per la rondinella Primavera, lanciata nel vuoto, l'istinto come unica guida: solo chi ha il coraggio di buttarsi può trovare le sue ali. 

Lorenzo Marone sa come raccontare la vita e lo fa come pochi, con garbo, con ironia, ma anche di pancia, con quella rabbia di chi con i giorni ci fa a botte silenziosamente, tirando fuori personaggi che sembra non vedano l'ora di prendere e dire e parlare di sé, coi loro tempi però, un capitolo alla volta, magari rimandando perfino le riposte all'ultima pagina; e allora ti spiazzano, e tu rimani così, con la faccia che a metà vuole aprirsi in un sorriso, metà è già rigata da una lacrima. È così che fioriscono, a sorpresa nel bel mezzo di un dialogo, o come capitoli a parte, quelle microstorie, quei pezzi di vita passata, che non sono flashback, e nemmeno ricordi (non solo), ma proprio storie nella storia. Perché alla fine (questa, credo, è la convinzione più bella che ti lasciano i libri di Marone) cosa siamo noi se non un insieme di storie? E mica storie solo nostre, no, nient'affatto, siamo storia di chi resta e di chi va, di chi ci sfiora solo un momento, di chi fa con noi solo un tratto di strada, il tempo di arrivare all'incrocio successivo o di indicarti la via, di chi è sempre lì ad aspettarci, davanti a una tavola e a una tazza di latte, storie di vita che caparbia ti resta addosso.

Ecco, se volete un motivo per leggere questo libro, vi dico, leggetelo per farvi del bene. Anche se il ritmo a volte mi è parso perdere appena appena di mordente, anche se uno o due personaggi avrei voluto guardarli meglio, giusto quel po' più da vicino (Thomàs più di tutti, il francese "soldatino di marzapane", che farà capitolare la nostra "femmina di bassotto incazzata") quello che ho trovato in fondo alla scatolina dei ricordi belli è più che abbastanza.


Magari domani resto | Lorenzo Marone | Giangiacomo Feltrinelli Editore 2017 | 320 p. | euro 16,50


Parole nuove: /

Bonus track: Tira a campare, Edoardo Bennato



Il verdetto della Balena Parlante: ★★★★




Commenti

  1. Che bella recensione Rosa!
    Un libro bellissimo questo <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazieeee! Sono particolarmente orgogliosa di questa recensione (mi sa che si è capito!), il fatto è che più un libro è bello e più tu vuoi con tutta te stessa trasmettere un po' di quella bellezza a chi viene a leggerti.
      Beh, ora che questo libro l'ho letto anch'io e l'ho pure recensito vengo subito a recuperare la tua di recensione!

      Elimina
  2. Non ho ancora letto niente di Lorenzo Marone,devo assolutamente recuperare perché veramente ho letto solo recensioni super positive :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente sì, con Lorenzo Marone non esistono lettori insoddisfatti.

      Elimina
  3. Rosa! Mi hai fatto venir voglia di rileggere il libro. Bravissima, una recensione proprio bella.
    Un abbraccio, Stefi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Accidenti Stefi, questo è un complimentone! (Tra l'altro, ho il netto sospetto che i libri di Lorenzo siano ancora più belli letti una seconda volta).
      Grazie della sua costante presenza, non solo sul blog.

      Elimina
    2. Ovviamente volevo dire "tua" (non è che ho iniziato di punto in bianco a darti del "lei").

      Elimina
  4. Eccomi qui Rosa! Sempre personali e di cuore le tue recensioni. Mi piacciono molto.
    un bacio da Lea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    3. La mia dolce Lea, che emozione mi danno le tue parole e quanto mi fanno bene! Perché so (così oso dire) che non diresti mai qualcosa se non lo pensassi davvero e questo mi rende un pizzico più orgogliosa del "lavoro" che faccio sul blog.

      P.S. Un bacio a te!

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'IMPREVEDIBILE PIANO DELLA SCRITTRICE SENZA NOME, Alice Basso

La mia lettura Prima di dire qualunque altra cosa, c'è un punto che dovrei subito mettere in chiaro: io mi sono innamorata di Alice Basso molto prima che iniziassi a leggere questo romanzo.  Non so se ricordate (e spero proprio di sì) quella leggendaria diretta Facebook da Garzanti, l'estate scorsa, come aprivi la finestra del video faceva capolino questa donnina, taglio di capelli e viso paffuto, ti veniva in mente Heidi, e con lei una privilegiata cerchia di blogger superfighe che cercavano di non spanciarsi dal ridere. Vedete il fatto è che Alice Basso (sì, è lei la donnina del quadretto) ha una qualità irresistibile, sa tirare fuori la sua intelligenza senza farti sentire uno stupido e in più regalandoti pure una risata. Ecco, osservatela bene questa qualità, perché non te la insegnano a scuola, si chiama autoironia.  E così tu stai mesi a spasimare e sognare, perché, ne hai la certezza matematica, una testa brillante come quella lì deve aver scritto qualcosa

I Nuovi Mostri | L'ELEGANZA DEL RICCIO, Muriel Barbery

| I Mostri Antichi li conosciamo, o quantomeno fingiamo di conoscerli, ma i Nuovi Mostri? Chi sono, dove sono? La mia lettura L'arte è la vita, ma su un altro ritmo. Vi consiglio di prenderla molto sul serio questa frase, perché stavolta proveremo davvero a dire quanto contiene e significa questo libro. Brevemente però, intanto, i prodromi. Dovremmo osservare anzitutto, a beneficio del lettore che si accosti alla lettura, che la prima esperienza, come ogni rito iniziatico, imprime a fuoco il suo marchio. Se poi sei giovane e dunque vorace, con una passione mortale per il grande romanzo russo ottocentesco, e se covi la pazza idea che la lingua racchiuda ermeticamente nei suoi segreti meccanismi la categoria del sublime, allora questa, sappilo, sarà la lettura che non ti lascerà scampo alcuno. Per chi c'è già passato (e questo è il mio caso) il discorso si complica insolitamente: in mezzo si frappongono pur sempre quei sei o sette anni, che significano alt

LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI, Lorenzo Marone

Mio figlio è omosessuale.  Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l'ha mai confessato. La mia lettura La tentazione di essere felici è come un pacchetto di Fonzies. Stai appena cominciando a gustartelo ... e tutto d'un tratto ti restano solo le dita da leccarti. Dunque, dopo attenta riflessione, questo è il mio consiglio per tutti i potenziali lettori. Ci sono due modi per arrivare a fine lettura, senza rimorsi e un certo fastidioso senso di vuoto. Soluzione 1: costringersi, giorno dopo giorno, a posare il volume dopo aver letto uno o, limite massimo, due capitoli. In questo modo la vostra pace mentale è assicurata: anche se ad un certo punto, arriverete comunque all'ultima pagina, almeno saprete di aver fatto del vostro meglio per prolungare l'attesa e avrete assaporato lentamente ogni più piccolo cavilloso particolare. Soluzione 2: a mali estremi, estremi rimedi. La sera prima del giorno da voi scelto per iniziare questa lettura, programmate la